Pagare la TARI è un obbligo legato al possedimento e utilizzo di un immobile, ma ci sono alcuni casi in cui non è dovuta: si può ottenere il rimborso.
Lo smaltimento dei rifiuti è un servizio fondamentale che viene svolto solitamente dal comune di residenza (il quale può appoggiarsi ad una ditta esterna che vince la gara d’appalto) e che va pagato annualmente da tutti i residenti. Al fine di contribuire al servizio, dunque, i proprietari di casa ma anche gli affittuari sono tenuti al versamento di una specifica tassa che si chiama TARI.
Le modalità di pagamento della tassa possono essere due, poiché spetta all’inquilino o proprietario dell’appartamento decidere se pagare in un’unica soluzione a fine anno, oppure farsi dilazionare il pagamento in 3 rate annuali. Il mancato pagamento della tassa costituisce un debito con l’Agenzia delle Entrate che presto o tardi dovrà essere saldato.
In caso di mancato pagamento, infatti, la rata da versare sarà gravata da mora, penali e interessi che aumenteranno l’ammontare del dovuto e renderanno più complesso saldare il debito. Ad eccezione dunque di casi eccezionali di impossibilità, è sempre meglio pagare regolarmente.
Ci sono però casi in cui l’inquilino di un appartamento non è tenuto al pagamento della TARI e dunque potrebbe legittimamente richiedere il rimborso, vediamo quali sono.
Pagamento TARI, quando l’inquilino non è tenuto al versamento della tassa
L’obbligo di pagamento è sancito dall’articolo 10 del D.L. 35/2013, il quale recita che è tenuto al pagamento della tassa: “Chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani”. Se ne desume, dunque, che in caso di possesso in affitto dell’immobile sia l’inquilino a dover pagare la TARI, giusto?
In linea generale è davvero così, visto che a pagare la tassa di smaltimento dei rifiuti è colui il quale li produce. Tuttavia c’è un’eccezione che consente agli affittuari di evitare il pagamento della tassa e che è chiaramente espresso all’interno dell’articolo 643 della Legge di Stabilità del 2014:
“In caso di detenzione temporanea di durata non superiore a sei mesi nel corso dello stesso anno solare, la TARI è dovuta soltanto dal possessore dei locali e delle aree a titolo di proprietà, usufrutto, uso, abitazione o superficie”.
Insomma il requisito temporale è determinante per stabilire a chi spetti il compito di pagare la tassa sulla spazzatura. L’obbligo nel caso di affitto dell’immobile ricade sulle spalle di chi ne ha la proprietà se il contratto d’affitto è pari o inferiore ai 6 mesi. Tale norma può essere però aggirata dal proprietario di casa se nel contratto di locazione viene inserita una specifica clausola a riguardo.