Nella prossima legge di bilancio è stata inserita una misura che consentirà all’ente di riscossione di bloccare gli stipendi in caso di debiti: quando scatta il blocco e per chi.
La prospettiva di vedersi bloccato lo stipendio non è certo delle migliori, soprattutto per chi ogni mese arriva a fatica a coprire le spese primarie ed è costretto a sommare debiti su debiti solo per garantire il benessere della propria famiglia. Per chi versa in simili condizioni, l’imperativo è quello di riuscire ad uscire dal periodo di difficoltà per poter alla fine estinguere i debiti e vivere senza fiato sul collo.
In tal senso potrebbe suonare stridente la misura inserita nella Legge di Bilancio che riguarda il blocco degli stipendi per chi dovesse avere debiti fiscali. Ovviamente lo scopo di tale misura è quello di ridurre al minimo l’evasione fiscale e dunque ottenere fondi per ulteriori manovre e misure che possano essere d’aiuto alla popolazione, ma al contempo sorge un dubbio: come fanno a risollevarsi quelle persone che hanno contratto debiti se lo stipendio gli viene bloccato?
Al fine di scongiurare fraintendimenti e di generare malcontento dovuto a disinformazione, è dunque bene chiarire come funziona la misura e chi potrebbe essere colpito da un simile provvedimento che se applicato in modo indiscriminato a tutte le fasce della popolazione potrebbe legittimamente essere considerato iniquo.
Blocco degli stipendi: come funziona e chi potrebbe essere colpito dal provvedimento
Il primo chiarimento che bisogna fare è che la misura sarebbe rivolta esclusivamente – se verrà confermata all’interno della prossima manovra – ai dipendenti pubblici che hanno un debito con l’ente di riscossione pari o superiore ai 5mila euro. Già questo serve a delimitare la platea di coloro i quali potrebbero essere colpiti dal blocco dello stipendio.
Inoltre la segnalazione del dipendente moroso potrebbe avvenire solo nel caso in cui questo percepisca uno stipendio pari o superiore ai 2.500 euro mensili (non viene specificato se netti o lordi, ma si suppone che il calcolo venga fatto al netto). Così risulta chiaro che la misura riguarda una stretta cerchia di dipendenti pubblici e in ogni caso prima dell’eventuale blocco verrà operata una verifica.
Qualora infatti risulti che il dipendente pubblico con stipendio pari o superiore a 2.500 euro mensili abbia qualche debito con il Fisco, scatterà la segnalazione all’Ader che si occuperà di verificare che il debito esista davvero e di calcolare il suo ammontare. Il blocco dello stipendio avverrà solo ed esclusivamente se i debiti scaduti con l’Agenzia delle Entrate superano i 5.000 euro.
La sospensione del versamento può durante al massimo fino a 60 giorni e serve per avviare le pratiche per il pignoramento presso terzi. Decorso il termine dei 60 giorni invano, il versamento può essere effettuato per intero.